phlibero è lieta di invitarti
giovedì 27 novembre alle ore 18.30 | ANGKOR | fotografie di Giorgio Stella
phlibero | via Principessa Clotilde 85, Torino
Ingresso libero dal lunedì al venerdì dalle 15 alle 19.30
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Caduti i fiori - tra i rami degli alberi
il tempio appare. Buson
Il tempio appare imponente, misterioso, affascinante, nella sequenza delle fotografie di Giorgio Stella, come nei versi del poeta e pittore giapponese Buson (1716-1783), che nella sequenza delle immagini di «Angkor» documenta l’essenza di un itinerario all’interno del famoso sito archeologico, proclamato dall’UNESCO, nel 1992, Patrimonio dell’Umanità.
Le trenta stampe fine art ai sali d’argento su carta baritata e quelle su carta cotone al platino-palladio, rappresentano gli aspetti del suo percorso alla scoperta del prestigioso complesso monumentale, dove i grandi e spettacolari templi cambogiani costituiscono il ritrovamento, tra la fittissima vegetazione, del centro politico, religioso e sociale dell’Impero Khmer.
E i rilievi in pietra, le statue, le 54 guglie del tempio «Bayon» con scolpito il volto di Avalokitesvara, concorrono a creare un sorprendente punto di riferimento che Stella ha ripercorso con la volontà di cogliere e fissare il vasto edificio di «Angkor Vat», considerato la struttura religiosa più grande del mondo, o di «Ta Prohm» con gli alberi dalle imponenti radici che avvolgono i palazzi, in una sorta di surreale composizione naturalistica.
La natura è sicuramente l’elemento determinante e suggestivo di uno scenario composto da possenti tronchi, che emergono con energia, con una verticalità capace di rivaleggiare con le antiche torri. E l’atmosfera avvolge rovine, pietre, fregi, colonne, portali e interni metafisici.
La fotografia restituisce, nell’alternarsi dei bianchi e dei neri profondi, il fascino di «Banteay Samrè» e «Preah Khan, di «Preah Ko» e «Ta Som», mentre le finestre, i rami come tentacoli «incollati» alle facciate dei palazzi, la magia della «città perduta nella giungla», costituiscono l’alta valenza storica e artistica del sito. I reperti, le raffigurazioni divine e le costruzioni in arenaria, fanno parte del «reportage» artistico di Stella, quasi un ricongiugimento tra passato e presente, tradizione e spiritualità, rivisitazione e recupero di mitologiche memorie.
Attraverso l’occhio del fotografo, le immagini prendono corpo e consistenza con lo sviluppo delle scale e dei gradini, delle rive del fiume Angkor e dei bassorilievi finemente scolpiti, sino alle sculture floreali custodite dal leone guardiano.
Il tutto affiora dall’intreccio delle radici del «Ficus strangolatore», con le Apsaras o celesti ballerine, i draghi, le donne Khmer (devata) e le incisioni rupestri, che sono le testimonianze nel tempo di un viaggio onirico all’insegna dell’arte. Un’arte che fluisce con i capitoli di uno straordinario racconto tra architettura e rievocante indagine fotografica. Angelo Mistrangelo
Angkor era il centro dell'impero Khmer, sviluppatosi tra il IX ed il XIII secolo, oggi è un grandissimo e meraviglioso sito archeologico visitato ogni anno da migliaia di turisti e nel 1992 è stato proclamato dall'UNESCO Patrimonio dell'Umanità.
Nelle 30 immagini in mostra Giorgio Stella ci presenta il sito di Angkor attraverso immagini, impeccabilmente da lui stesso stampate in bianco e nero, perfette da un punto di vista puramente estetico, senza la pretesa di fare una guida dei luoghi.
30 Stampe fine art ai sali d’argento su carta baritata ILFORD MGFB warmtone.
Selezione di stampe su carta cotone al platino-palladio.
Giorgio Stella è nato a Torino nel 1948. Dall’inizio degli anni 70 si occupa di fotografia in bianco e nero e sin da subito si appassiona alla stampa vissuta non come momento finale del procedimento fotografico che inizia con la ripresa, ma come momento principale.
La particolare attenzione per la stampa fotografica lo ha portato a sperimentare le possibili applicazioni della fotografia alla serigrafia e all’incisione, provando a unire la stampa fotografica vera e propria con queste tecniche di stampa d’arte.
Sempre alla ricerca di una diversa e migliore qualità di stampa nel 2005 ha iniziato la sperimentazione della stampa al Platino.
Nel 2005 la casa editrice Elena Morea ha pubblicato il suo libro fotografico sui paesaggi dell’Islanda.
Nel 2008 è stato chiamato a partecipare al progetto per l’apertura degli spazi espositivi del Museo Arte Casa Colombo di Jersey City (NJ,USA), già sede del Museo dell’Immigrazione Italiana, con una serie di scatti che ritraggono oggetti del Museo e scorci della città. Giorgio Stella stampa nel suo laboratorio di corso Siracusa 189 a Torino.
Il tempio appare imponente, misterioso, affascinante, nella sequenza delle fotografie di Giorgio Stella, come nei versi del poeta e pittore giapponese Buson (1716-1783), che nella sequenza delle immagini di «Angkor» documenta l’essenza di un itinerario all’interno del famoso sito archeologico, proclamato dall’UNESCO, nel 1992, Patrimonio dell’Umanità.
Le trenta stampe fine art ai sali d’argento su carta baritata e quelle su carta cotone al platino-palladio, rappresentano gli aspetti del suo percorso alla scoperta del prestigioso complesso monumentale, dove i grandi e spettacolari templi cambogiani costituiscono il ritrovamento, tra la fittissima vegetazione, del centro politico, religioso e sociale dell’Impero Khmer.
E i rilievi in pietra, le statue, le 54 guglie del tempio «Bayon» con scolpito il volto di Avalokitesvara, concorrono a creare un sorprendente punto di riferimento che Stella ha ripercorso con la volontà di cogliere e fissare il vasto edificio di «Angkor Vat», considerato la struttura religiosa più grande del mondo, o di «Ta Prohm» con gli alberi dalle imponenti radici che avvolgono i palazzi, in una sorta di surreale composizione naturalistica.
La natura è sicuramente l’elemento determinante e suggestivo di uno scenario composto da possenti tronchi, che emergono con energia, con una verticalità capace di rivaleggiare con le antiche torri. E l’atmosfera avvolge rovine, pietre, fregi, colonne, portali e interni metafisici.
La fotografia restituisce, nell’alternarsi dei bianchi e dei neri profondi, il fascino di «Banteay Samrè» e «Preah Khan, di «Preah Ko» e «Ta Som», mentre le finestre, i rami come tentacoli «incollati» alle facciate dei palazzi, la magia della «città perduta nella giungla», costituiscono l’alta valenza storica e artistica del sito. I reperti, le raffigurazioni divine e le costruzioni in arenaria, fanno parte del «reportage» artistico di Stella, quasi un ricongiugimento tra passato e presente, tradizione e spiritualità, rivisitazione e recupero di mitologiche memorie.
Attraverso l’occhio del fotografo, le immagini prendono corpo e consistenza con lo sviluppo delle scale e dei gradini, delle rive del fiume Angkor e dei bassorilievi finemente scolpiti, sino alle sculture floreali custodite dal leone guardiano.
Il tutto affiora dall’intreccio delle radici del «Ficus strangolatore», con le Apsaras o celesti ballerine, i draghi, le donne Khmer (devata) e le incisioni rupestri, che sono le testimonianze nel tempo di un viaggio onirico all’insegna dell’arte. Un’arte che fluisce con i capitoli di uno straordinario racconto tra architettura e rievocante indagine fotografica. Angelo Mistrangelo
Angkor era il centro dell'impero Khmer, sviluppatosi tra il IX ed il XIII secolo, oggi è un grandissimo e meraviglioso sito archeologico visitato ogni anno da migliaia di turisti e nel 1992 è stato proclamato dall'UNESCO Patrimonio dell'Umanità.
Nelle 30 immagini in mostra Giorgio Stella ci presenta il sito di Angkor attraverso immagini, impeccabilmente da lui stesso stampate in bianco e nero, perfette da un punto di vista puramente estetico, senza la pretesa di fare una guida dei luoghi.
30 Stampe fine art ai sali d’argento su carta baritata ILFORD MGFB warmtone.
Selezione di stampe su carta cotone al platino-palladio.
Giorgio Stella è nato a Torino nel 1948. Dall’inizio degli anni 70 si occupa di fotografia in bianco e nero e sin da subito si appassiona alla stampa vissuta non come momento finale del procedimento fotografico che inizia con la ripresa, ma come momento principale.
La particolare attenzione per la stampa fotografica lo ha portato a sperimentare le possibili applicazioni della fotografia alla serigrafia e all’incisione, provando a unire la stampa fotografica vera e propria con queste tecniche di stampa d’arte.
Sempre alla ricerca di una diversa e migliore qualità di stampa nel 2005 ha iniziato la sperimentazione della stampa al Platino.
Nel 2005 la casa editrice Elena Morea ha pubblicato il suo libro fotografico sui paesaggi dell’Islanda.
Nel 2008 è stato chiamato a partecipare al progetto per l’apertura degli spazi espositivi del Museo Arte Casa Colombo di Jersey City (NJ,USA), già sede del Museo dell’Immigrazione Italiana, con una serie di scatti che ritraggono oggetti del Museo e scorci della città. Giorgio Stella stampa nel suo laboratorio di corso Siracusa 189 a Torino.
Degustazione vini offerta da
Città del Gusto | Gambero Rosso
In occasione dell’inaugurazione della mostra
verrà presentato per la prima volta
MITO per la Città | MOMENTI MUSICALI DIVERSI 2014 | slideshow
In occasione dell’inaugurazione della mostra
verrà presentato per la prima volta
MITO per la Città | MOMENTI MUSICALI DIVERSI 2014 | slideshow
La collaborazione tra phlibero
e MITO SettembreMusica
ha offerto l'opportunità ad un gruppo di allievi e soci di phlibero
di documentare come la Musica sia "entrata" in spazi "diversi"
grazie a MITO per la Città durante il Festival
Fotografie di : Adriana Viganò | Alberto Bardus| Andrea Maccione
Eleonora Ferrero | Elisabetta Cambiolo | Gabriella Bracco
Giuliana Appendino | Giuseppe Gerbasi | Ludovico Ciuffreda
Nicoletta Arcuri| Rebecca Praticò | Silvia Signorio
ha offerto l'opportunità ad un gruppo di allievi e soci di phlibero
di documentare come la Musica sia "entrata" in spazi "diversi"
grazie a MITO per la Città durante il Festival
Fotografie di : Adriana Viganò | Alberto Bardus| Andrea Maccione
Eleonora Ferrero | Elisabetta Cambiolo | Gabriella Bracco
Giuliana Appendino | Giuseppe Gerbasi | Ludovico Ciuffreda
Nicoletta Arcuri| Rebecca Praticò | Silvia Signorio